Cesira Pardini e la sua famiglia

Italia
04.12.1926 - 01.04.2022
Cesira Pardini e Luciano Lazzeri, il cognato marito della sorella Adele, 2006. © C.Di Pasquale

Cesira Pardini, prima figlia di una famiglia composta da nove bambini. Il giorno della strage di Sant’Anna di Sazzema fu rastrellata con la madre e le sorelle. Malgrado fosse stata ferita, Cesira riuscì a trovare un nascondiglio per le sue sorelle più piccole salvando loro la vita.

Cesira Pardini, prima figlia di una famiglia numerosa composta da nove bambini: Maria, Vinicio, Licia, Lilia, Siria, Vittorio, Adele e Anna, nata il 23 luglio e morta il 4 settembre 1944 per le ferite riportate durante la strage. La famiglia Pardini viveva nel borgo chiamato Coletti. Come altri compaesani, i Pardini avevano ospitato diversi sfollati. La mattina del 12 agosto quando i soldati nazisti furono avvistati, il padre Federico andò a lavorare nei campi insieme a Vittorio e Vinicio, a Siria e Licia. Cesira aiutò la madre a proteggere la casa perché temevano che i nazisti avrebbero incendiato le case, rubato i beni e rastrellato gli uomini. Poi si allontanò per aiutare una compaesana a nascondere una vacca e un bue, si accorse dell’incendio che divampava dalla piazza della chiesa e tornò verso casa. Fu catturata dai nazisti insieme ad altre persone. Era vicino alle sorelle, Maria di 16 anni, Lilia di dieci, Adele di 4 e Anna che era in braccio alla madre, Bruna. In tutto erano 28 persone: bambini, anziani, donne. I soldati spararono. Colpirono chi chiedeva pietà per il proprio figlio come Maria Bonuccelli, colpirono alla testa Bruna e Anna, poi tutti i presenti. Cesira cadde sotto il corpo della madre, nella caduta aprì la porta di una cantina. Seppur ferita afferrò le sorelle salvandole. Sentendo i rumori del fuoco e degli spari capì che dovevano scappare. Uscirono, sentì Anna lamentarsi e con il braccio illeso la prese. La neonata era sporca di sangue e di latte, Cesira provò a pulirla. I nazisti videro le sorelle e cominciarono a sparare. Le sorelle scapparono nel bosco e lì aspettarono. Arrivò una donna, Clelia, solo allora Cesira lasciò le sorelle per tornare a casa. Erano tutti morti tranne un bambino, Paolo sommerso dai cadaveri. Seppur con fatica a causa delle ferite riportate, Cesira riuscì a liberarlo dai corpi. Tornò dalle sorelle, solo allora si accorse di quanto Anna e Maria fossero gravi. Entrambe morirono giorni dopo nell’ospedale di Valdicastello. Dopo la strage Cesira si sposò. Vissero con il marito e il figlio a Sant’Anna, poi come molti emigrò. Il 17 maggio 2012 il gesto eroico di Cesira è stato riconosciuto con l’attribuzione della Medaglia d’Oro al Valore Civile, come Milena Bernabò, come Genny Bibolotti.

L’animazione è il risultato della collaborazione con la St. Joost School of Art & Design di Den Bosch e Breda.
L’animazione è il risultato della collaborazione con la St. Joost School of Art & Design di Den Bosch e Breda.