Genny Bibolotti Marsili

Italia
23.01.1914 - 12.08.1944
Bibolotti e suo figlio prima dell'eccidio. © Museo storico della Resistenza

Genny Bibolotti Marsili sfollà da Pietrasanta con il figlio Mario. Fu rastrellata e rinchiusa in una stalla in località Vaccareccia. Temendo per la vita del figlio, distrasse un soldato nazista lanciando uno zoccolo e venne uccisa. Mario si salvò.

Genny Bibolotti Marsili nacque a Pietrasanta e si sposò nel 1937. Aveva 23 anni e nel 1938 diventò madre. Dopo l’ordine di sfollamento del 5 giugno 1944 Genny si era trasferita a Sant’Anna di Stazzema con i genitori, Umberto Bibolotti e Bianca Navari, con i fratelli e il figlio che il 14 agosto avrebbe compiuto 6 anni. Quando i soldati nazisti arrivarono Genny era in casa in località Vaccareccia. Venne rastrellata e condotta in una stalla insieme a quindici o venti persone. Genny capì l’imminente pericolo, prese il figlio e lo mise a cavalcioni su due pietre sporgenti dietro la porta poco prima che i soldati nazisti iniziassero a sparare. Così raccontò il figlio Mario che seppur nascosto riuscì a vedere le persone che cercavano invano di scappare mentre i nazisti li contenevano e respingevano nella stalla. Mario osservò una lingua di fuoco entrare nella stalla, forse un lanciafiamme, e il fumo salire e poco dopo un soldato avvicinarsi alla porta. Fu in quel momento che Genny si accorse di lui e temendo per la sorte del figlio si tolse uno zoccolo e lo lanciò contro il soldato riuscendo a distoglierne l’attenzione. Mario continuava a guardare. Vide con i suoi occhi il nazista sparare sulla madre che cadde a terra morta. Per via dell’incendio che i nazisti fecero divampare dopo aver sparato più volte contro le vittime, Mario Marsili rimase gravemente ferito. Qualcuno lo salvò e lo condusse nell’ospedale di Valdicastello, dove fu a lungo ricoverato per le gravi ustioni riportate. La memoria di Genny Bibolotti Marsili, madre coraggio di Sant’Anna di Stazzema, è stata ricordata molte volte a partire dal 1945. Le sue gesta furono raccontate da Filippo Sacchi in un testo del 22 novembre 1945, furono illustrate dall’artista Carlo Levi e pubblicate come copertina del giornale “La Domenica degli Italiani” il 9 dicembre 1945. Da allora il suo ricordo continuò a essere trasmesso. Il 3 febbraio 2003 la sua memoria fu onorata dalla Repubblica italiana con l’assegnazione della Medaglia d’oro al Valore Civile, cui seguirono le medaglie attribuite a Milena Bernabò e Cesira Pardini.

L’animazione è il risultato della collaborazione con la St. Joost School of Art & Design di Den Bosch e Breda.