Hans Leipelt era uno studente dell’Università di Monaco. Ricevette una copia del sesto volantino della Rosa Bianca il giorno dell’arresto dei fratelli Scholl. Lui e la sua ragazza Marie-Luise Jahn lo copiarono e lo trasmisero con l’aggiunta del titolo “… e il loro spirito vive ancora”.
Hans Leipelt nacque a Vienna il 18 luglio 1921. Sua madre proveniva da una famiglia cristiana di origine ebraica. Hans e sua sorella Maria, nata dopo il trasferimento ad Amburgo nel 1925, furono educati alla maniera protestante. Nel 1935, le leggi razziali antisemite di Norimberga stigmatizzarono i fratelli come “meticci ebrei di primo grado” e la madre come “ebrea privilegiata a tutti gli effetti”. Nel 1942, dopo la morte del padre di Hans Leipelt, l’unico membro “ariano” della famiglia, i due figli furono lasciati senza alcuna protezione.
Dopo aver svolto il Reichsarbeitsdienst (servizio di lavoro del Reich), Hans Leipelt si arruolò nella Wehrmacht e partecipò all’invasione della Polonia nel 1939 e alla campagna di Francia nel 1940. Nel giugno 1940 fu decorato per il suo servizio, ma due mesi dopo fu congedato con disonore dalla Wehrmacht perché etichettato come “mezzo ebreo”. Questa esclusione lo colpì profondamente.
Nel 1940 Hans Leipelt iniziò a studiare chimica all’Università di Amburgo. Nel 1941 si trasferì a Monaco, dove trovò protezione contro l’antisemitismo presso l’Istituto Chimico diretto dal premio Nobel Heinrich Wieland. Nell’istituto incontrò una cerchia di persone che la pensavano come lui. Discutevano apertamente di letteratura e arte moderna e ascoltavano musica proibita e programmi radiofonici stranieri.
Il 18 febbraio 1943, Leipelt ricevette una copia del sesto volantino della Rosa Bianca e lo mostrò alla sua fidanzata Marie-Luise Jahn. Fino a quel momento i due non erano a conoscenza della Rosa Bianca e dei suoi atti di resistenza. Entrambi decisero di copiare e distribuire il volantino. Durante le vacanze di Pasqua ne portarono delle copie agli amici di Amburgo.
L’8 ottobre 1943, Hans Leipelt organizzò una raccolta di denaro per la famiglia indigente del professor Kurt Huber, condannato a morte. La raccolta fu segnalata ai nazisti ed egli fu arrestato dalla Gestapo. Seguirono altri arresti di amici a Monaco e Amburgo. Anche la sorella di Leipelt, Maria, e la madre, Katharina, furono arrestate. Katharina si tolse la vita nella sua cella nella prigione di polizia di Fuhlsbüttel il 9 dicembre 1943.
Dopo un anno di detenzione preventiva, il 13 ottobre 1944 si svolse a Donauwörth il processo a Hans Leipelt e a sei coimputati davanti al Volksgerichtshof (Tribunale del popolo). Hans Leipelt fu condannato a morte. Fu decapitato nella prigione di Monaco-Stadelheim il 29 gennaio 1945.